Archivi del mese: giugno 2007

La guerra dei mondi

Questo non è un post. Qualcuno deve averlo già detto, forse io stesso, ma ci tengo alle premesse, anche quando non sono originali. Sono reduce da una conversazione con Montezemolo. Non tra me e Montezemolo, anche se vi ringrazio per la fiducia. Una conversazione tra Paolo Mieli e Montezemolo, che ho seguito con l’attenzione di chi deve scrivere un articolo di spalla sul siparietto comico tra il presidente di Confindustria e di una serie di altre cose e Luciana Littizzetto. Un duetto molto divertente (Ruini, Berlusconi, balengo, ma questa spazzatura dove la mettiamo?). Gli invidio la battuta pronta. Gli, nel senso di "a Montezemolo". Gli invidio anche la battuta pronta, meglio.
Sì, perché sto lavorando molto, ma nonostante gli ottimisti credano si tratti della prova che il giornale stia incominciando ad avere fiducia nelle mie strabilianti qualità (disponibilità 24 ore su 24, scarsa propensione alle rivendicazioni sindacali, apparente mancanza di ambizione al posto fisso, presunta assenza di bisogni materiali), io continuo a vedere un solo aspetto positivo della faccenda, quello che chiunque può immaginare, sapendo che lavoro a cottimo. Anche la Littizzetto fa numero e gli ottimisti di cui sopra sono quelli che hanno vinto un concorso pubblico nel 1973 o che hanno un vincolo di parentela con qualcuno che l’ha vinto per loro. Comunque, non più tardi del 1975. Quelli a cui, direi se fossi Montezemolo, nel giro di dieci anni dovrò pagare la pensione con il mio stipendio. Ma il problema non si pone, in prima istanza perché non ho uno stipendio, poi perché non sono Montezemolo. Se lo fossi, piuttosto che entrare in politica, mi dimetterei da tutte le cariche e me ne andrei al mare.

Nonostante il titolo, l’obiettivo di questo intermezzo non era quello di fare dell’arguta satira politica (ci pensa già la Littizzetto) o di fomentare l’odio tra le generazioni (ci pensano i redattori del giornale quando mi dicono "tu sei bravo, ma dato che sei laureato in legge, perché non fai l’avvocato?"). Volevo solo dire che scrivo poco qui perché scrivo molto altrove. Scrivere è doloroso, anche quando si tratta dei fondi europei per il Mezzogiorno. E nonostante abbia scelto di fare il giornalista, la mia soglia di sopportazione del dolore diventa ogni giorno più bassa.

Sono rivoluzionario solo quando ascolto la musica: 
Stereolab – Wow And Flutter

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