Archivi del mese: marzo 2007

Il manifesto

Impegno sociale, coscienza civile, lotta alle ingiustizie: tre concetti che, per una loro scelta autonoma da me pienamente condivisa, si sono tenuti ben distanti da questo blog. Cioè, distanti proprio anni luce, se si eccettuano alcuni patetici tentativi di accreditarmi come patrono dei lavoratori precari, un ruolo che sarei pronto a rinnegare per un tozzo di pane.
Ora è il momento di cambiare registro: il post precedente segna per il blog l’inizio di una nuova fase, caratterizzata dall’abbandono dello svogliato e a tratti supponente tono di  distacco dalle cose del mondo e dalla piena accettazione di una realtà che aspetta soltanto l’impegno di un pugno di virtuosi per essere modificata. Come negli Intoccabili, insomma.
L’urgenza dell’attualità non permette ulteriori dilazioni, il crollo delle certezze impone una scelta, l’amarezza si trasformi in rabbia, la delusione in orgoglio. "L’errore dell’intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire ed esser appassionato", diceva un tale che prigioniero politico lo è stato veramente e che è morto in carcere, non in un Club Mediterranée, attorniato dalle odalische. Sarà la passione, dunque, a guidare le mie parole. L’obiettivo è squarciare quel velo di omertà che i media hanno fatto calare su alcuni dei temi che da anni, forse decenni, turbano il sonno e l’anima dei cittadini liberi, della gente perbene.
A incominciare da Lui, che ha cambiato forma e colore pur di restare appiccicato ai nostri sogni come una cozza allo scoglio, Linus alla coperta, un democristiano alla poltrona e tutte quelle altre cose lì. Retaggio di un passato che, solo in Italia, non vuole saperne di andare in soffitta, ha studiato i metodi più subdoli ed efficaci per resistere ad ogni strenuo tentativo di rimozione. 
Insopportabile fardello per tutti i giovani onesti che provano a vivere una vita all’insegna della legalità, che seguono la strada più lunga e tortuosa, immuni dalle mille luci tentatrici che si annidano in ogni angolo di strada, specialmente nelle vie del centro dedicate allo shopping intensivo. Ma è sempre più difficile resistere alle lusinghe della modernità, quando ti accorgi che del passato rimane ben poco da salvare.
È anche per questo che ti odio, maledetto bollino della Siae.

Con il phon e una buona dose di pazienza, alla fine viene via pure luiLa prossima volta vi racconto quella di Andreotti che viene contestato da un gruppo di ribelli e scappa dalla finestra sul cortile.

Da oggi si può anche ascoltare: 
Sebadoh – Not a Friend




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